Ontano nero

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Ontano nero

Le apparenze, a volte, ingannano, ed è un peccato che su di esse basiamo molti dei nostri comportamenti.
A vederli, gli ontani del parcheggio all’ingresso del paese prima dell’Abbazia olivetana, si direbbero esemplari di una specie senza qualità. Belli proprio non sembrano, e non fanno nemmeno ombra per le auto, motivo per il quale ci si immagina che degli alberi vengano piantati in un parcheggio.
Invece l’ontano (si pronuncia con l’accento sulla “a”) è una super pianta, nel senso che ha delle caratteristiche fuori dalla norma, e può vantare una storia gloriosa dal punto di vista di noi bipedi dal pollice opponibile.

Il suo potere è quello di diventare incorruttibile quando è immerso in acqua. Non è l’unico albero con questa qualità, ma Vitruvio (quello del famoso Uomo vitruviano disegnato da Leonardo) citò proprio l’ontano nel suo trattato di architettura scritto più di duemila anni fa, dicendo che le fondamenta di Ravenna e metà di quelle di Venezia erano costruite con il suo legno.
Con il passare dei secoli le tecniche cambiarono e Venezia oggi poggia anche su rovere, larice, pino, alberi in qualche modo nobili. Però ha il suo fascino l’idea che una delle città più belle del mondo non ci sarebbe stata senza quell’alberello spelacchiato.
Su pali di ontano sono state edificate anche San Pietroburgo, Amsterdam, Bruges.

Un’altra caratteristica del legno d’ontano è di assumere una colorazione rosso-arancio dopo il taglio, come se sanguinasse. Nella Grecia antica questa particolarità, insieme al fatto che le sue foglie non cambiano colore prima di cadere in autunno e che anche in pieno inverno mantiene parvenza di vita con le infiorescenze molto precoci e i vecchi frutti legnosi ancora sui rami, ne fece l’albero sacro della resurrezione. A lui si associava anche la figura di Foroneo, il fondatore della prima comunità umana che contende a Prometeo il merito di aver rubato il fuoco agli dei.

Anche ai giorni nostri l’ontano riveste un ruolo importante. E’ una pianta adatta per ricolonizzare le aree disboscate vicino agli alvei dei fiumi. Con la sua crescita rapida e la capacità di migliorare il terreno fissando l’azoto, è una delle specie più utili per rimediare al dissesto idrogeologico causato dall’eccessiva cementificazione.

Infine una curiosità cinematografica. L’albero degli zoccoli, quello che il buon Batistì taglia per farne zoccoli al piccolo Mènec che vuole andare a scuola, è proprio un ontano.

Il posto dell’ontano è la palude, i corsi d’acqua; come faccia a sopravvivere nel parcheggio fra via Brescia e via Colombaia, anche durante quest’ultima estate siccitosa (2015), con le radici sotto una colata di asfalto, è un mistero:

Diversi bellissimi esemplari di notevoli dimensioni si possono ammirare, alternati a gelsi, platani e noci americani, lungo la stradina in sterrato che collega la Cascina Benedetta alla ciclabile per Gussago:

Ontani maestosi costeggiano il sentiero che si inoltra ai piedi della collina lasciando la strada asfaltata dopo villa Fenaroli:

Un filare di giovani esemplari in buona salute segue il fossato davanti allo spaccio della comunità Pinocchio, in via Paradello:

Un giovane esemplare cresce anche lungo il corso del Gandovere, nel parco del Frantoio, subito dopo il parcheggio sullo sterrato:

In via Corneto, lungo il fosso:

Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Fagales
Famiglia: Betulaceae
Genere: Alnus
Specie: Alnus glutinosa