Salice Mariola

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Salice via Mariola (Foto 2015)

Il salice bianco (Salix alba) veniva usato in passato per maritare la vite, ovvero per sostenere i filari dei vigneti. Non era utile invece per legare i tralci, e per questo scopo si usavano Salix purpurea e Salix viminalis.

Incontrando quest’albero lungo lo sterrato che costeggia la provinciale e unisce Rodengo a Gussago, ci si chiede come possa essere ancora vivo. E’ trascurato, capitozzato, scortecciato; quasi non sembra più un albero, eppure continua come può a gettare nuovi rami, foglie e fiori. E’ un vero e proprio inno alla vita, nonostante tutto.

La sua capacità di continuare a gettare nuovi rami spiega perché la mitologia greca e quella celtica legano il salice all’Idra di Lerna, il serpente dall’alito mortifero e dalle molte teste autorigeneranti (da ogni testa mozzata ne ricrescevano due, tranne dalla testa principale indistinguibile però dalle altre).
Ercole l’affrontò dopo aver compiuto la prima delle sue imprese, l’uccisione del leone di Nemea che dell’Idra era il fratello (papà e mamma sono Tifone ed Echidna, genitori anche degli altri teneri cucciolotti Cerbero, Ortro e Chimera).
Ercole risolse il problema dell’alito coprendosi il volto con un panno. Scovò la bestia dalla sua tana con delle frecce infuocate e cominciò a falciare colli come fossero spighe di grano mentre suo nipote Iolao cauterizzava i monconi delle teste mozzate evitando il fastidioso inconveniente del proliferare delle stesse. In soccorso dell’Idra venne anche Carcino, un granchio gigantesco che però fu schiacciato come niente. Alla fine restò la testa principale e una volta tagliata quella l’impresa fu, in teoria, conclusa.
E invece no, perché appellandosi a qualche tipo di regolamento, Euristeo, il committente delle fatiche, non convalidò l’impresa per via che Ercole non l’aveva compiuta da solo. E allora il granchio? avrà protestato l’eroe. Ma niente, la prova fu annullata.
Una prova che, seppure non accettata dalla Caics (Commissione per l’ammissibilità di imprese compiute da semidei) non mancò di lasciare il segno nel libro del destino. L’Idra fu tramutata in una costellazione e il granchio Carcino addirittura in una delle costellazioni dello zodiaco, il Cancro. Ercole, una volta uccisa l’Idra, bagnò con il suo sangue velenosissimo le frecce della sua faretra, senza sapere che sarebbero state la causa della sua morte: le usò per uccidere il centauro Nesso che in fin di vita convinse la seconda moglie di Ercole a impregnare una tunica di suo marito con il suo sangue; tempo dopo Ercole morì proprio indossando quella veste che aveva mantenuto il potere mortale del sangue dell’Idra.

Street view

Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Salicales
Famiglia: Salicaceae
Genere: Salix
Specie: Salix alba