Storace americano

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Storace, piazza Ragazzi del 99 (10-2015)

A casa di un amico che aveva una pianta da sbolognare, non resisto e faccio un giro nel suo bel bel giardino. Che bella pianta, dico. E’ un acero canadese che ha dei colori bellissimi in autunno, mi risponde. E questa palla? L’acero non fa le palle, ma le samare, ribatto con le quattro nozioni che ho imparato. Questo acero invece fa le palle, insiste lui perentorio.

Poi vado a documentarmi e scopro che effettivamente in autunno ha dei bellissimi colori, ma non è un acero. Liquidambar styraciflua è l’unica specie americana di un genere che ne comprende altre cinque, tutte asiatiche.

Pare che Don Bernal Diaz del Castillo abbia assistito all’incontro fra Cortez e Montezuma durante il quale l’aria era pervasa dall’odore della resina di quest’albero, chiamata anche “ambra liquida”, da cui “liquidambar”. Anche il nome italiano “storace” viene dalla resina, chiamata in greco “styrax”, estratta incidendo la corteccia e dalla quale si ricava un incenso dal profumo persistente molto apprezzato.

Se un occhio poco allenato può essere tratto in inganno dalle foglie che richiamano quelle dell’acero, la forma sferica dei frutti e i rami fessurati non lasciano dubbi sull’identificazione.

A Rodengo Saiano ci sono molti esemplari, soprattutto nei giardini privati. Ne crescono però anche in alcune aree pubbliche dove possono essere osservati comodamente.

In via Brescia, di fronte l’Abbazia:

In piazza Ragazzi del ’99, sul retro di San Salvatore:

Nel giardino dell’Oratorio di Padergnone:

In viale Europa, davanti al distributore di acqua (erano tre esemplari ma due sono morti e sono stati tagliati nell’estate del 2015, dopo lo scatto):

Nel giardino dell’Oratorio di Rodengo:

Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Saxifragales
Famiglia: Altingiaceae
Genere: Liquidambar
Specie: Liquidambar styraciflua