Abete bianco

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Abete bianco, ciclodromo (2015)

Come può l’abete, albero dei paesi freddi, essere il simbolo di una natività avvenuta in Medio Oriente?
Può perché i culti come le culture non sono eterni. Nascono, cambiano, muoiono. Morendo spesso lasciano parte di sé in eredità ai nuovi culti che se ne appropriano più o meno rielaborandone i contenuti.
Molti dei culti soppiantati dal Cristianesimo riconoscevano la sacralità degli alberi. Spesso il nuovo culto si oppose a questa forma di venerazione. Il ruolo dell’abete sopravvisse al cambio di epoca. Se prima si adornava l’abete per festeggiare il ritorno della luce, ovvero il periodo dell’anno in cui il sole tornava a salire sull’orizzonte allungando il tempo della luce e avvicinando il momento del ritorno al rigoglio della vegetazione, la nuova religione mantenne lo stesso uso, o almeno non si oppose al fatto che la gente continuasse ad addobbare l’abete nell’ultima decade di dicembre.

Sembra che l’abete sia destinato a rivestire un ruolo da protagonista nei momenti di passaggio. Lo testimonia il mito greco di Cenide che segna il passaggio dal culto lunare alla religione olimpica.
In breve. Cenide viene violata da Poseidone che in cambio le concede di esprimere un desiderio. La ninfa chiede di divenire uomo e invulnerabile, il guerriero Ceneo. Che però pecca di orgoglio e pianta la sua lancia di abete al centro della città obbligando i Lapiti ad adorarla come fosse una divinità. Zeus non digerisce la cosa e incarica i centauri di uccidere Ceneo che però rintuzza tutti gli attacchi (è immortale mica per niente) fino a quando non è sopraffatto a colpi di tronchi di abete e infine sotterrato dagli stessi tronchi, sassi e terra. Quando il corpo di Ceneo è riportato alla luce, ha nuovamente le fattezze femminili di Cenide che una volta seppellita diventa un abete.

L’abete bianco è l’unico Abies nativo della penisola italiana (un altro Abies autoctono cresce in Sicilia, sui monti delle Madonie) e il numero di esemplari è in continua diminuzione.

A Rodengo Saiano due abeti bianchi crescono nell’area del ciclodromo, alle spalle del cimitero. Chissà se chi ha scaricato la terra di risulta e i frammenti di marmo ai piedi degli abeti aveva in mente il mito di Cenide.

L’abete all’ingresso di via Gussago dell’Oratorio di Padergnone:

In via Leopardi, da un giardino privato si erge un bell’esemplare, probabilmente di abete bianco (i coni sono eretti sui rami, mentre nell’abete rosso i coni sono pendenti):

 

Divisione: Gimnospermae
Classe: Coniferopsida
Ordine: Coniferales
Famiglia: Pinacee
Genere: Abies
Specie: Abies Alba