Cedri di Gilgamesh

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Cedri potati, via Brescia, 2015Nella più antica opera letteraria della quale vi sia traccia, si narra delle avventure di Gilgamesh, il re sumero che cercando di guadagnare l’immortalità traccia un solco profondo fra l’uomo e la natura sulla quale si basa la sua stessa vita.
Lo fa in vari modi. Cintando la città di Uruk, addomesticando il selvaggio Enkidu, tagliando la foresta dei cedri.
La parabola del primo eroe dell’era moderna, individualista e insaziabile, si snoda in molte altre avventure al termine delle quali ottiene come unico premio non l’immortalità ma la sapienza, che ne fa una persona e un re migliore.
Il mito di Gilgamesh ha influenzato l’umanità per migliaia di anni. Non sempre insegnando qualcosa.

I cedri delle foto sopra dei parchi di via Brescia (nella foto di Google si vedono anche i pruni tagliati nel 2014) e viale Europa, sarebbero dei sempreverdi. Gli aghi servono a compiere la fotosintesi, senza la quale un albero non può nutrirsi. Dei cedri in condizioni di salute accettabili, mai potati, potati bene, oppure potati male ma senza la sfortuna di un periodo di secca come quello del 2015, appaiono così:

Prima di giudicare, leggete questa relazione della Lipu:

DossierLIPUalberi

 

Divisione: Gimnospermae
Classe: Coniferopsida
Ordine: Coniferales
Famiglia: Pinacee
Genere: Cedrus