Lagerstroemia | Alberi a Rodengo Saiano

Ci fosse un inventore delle piante, si direbbe che la lagerstroemia sia stata inventata per rendere la vita facile a chi deve progettare il verde urbano.
Ha piccole radici, tanto da poter dimorare nei piccoli fazzoletti di terra che gli urbanisti ritagliano fra strade e parcheggi. Raramente cresce oltre i 3 metri, risolvendo sul nascere i problemi che gli amministratori del verde si trovano spesso ad affrontare per porre rimedio a scelte poco oculate (ripetute potature per contenere crescite inadeguate al posto in cui si pianta, radici che sollevano la pavimentazione) .
Tollera l’inquinamento, si adatta a qualsiasi terreno e sopporta tanto le temperature torride quanto il gelo fino a -15.
Regala la sua abbondante e appariscente fioritura in piena estate, quando la maggior parte delle altre piante sono ormai sfiorite, e la mantiene a lungo.
Anche in inverno, priva di foglie, mantiene il suo fascino per il tronco liscio, quasi lucido, e cesellato da placche dalle diverse sfumature.
In giardino è una panacea quando in pochi metri quadrati si vorrebbe piantare lo stesso numero di alberi del Central Park.

Tutte qualità che in natura le hanno permesso di adattarsi in diversi ecosistemi della Cina, del Sudest asiatico e dell’Australia, e che dal 1750, anno della sua introduzione in Europa, l’hanno resa protagonista negli ambienti urbanizzati di tutto il mondo.
La specie fu descritta da Linneo, che diede al genere il nome (per noi impronunciabile) del suo amico naturalista Magnus von Lagerström. L’epiteto della specie più diffusa dalle nostre parti, “indica”, si riferisce invece alla provenienza che Linneo attribuì erroneamente alle Indie invece che alla Cina.

Nell’aiuola sopra la biblioteca (vedi anche foto sopra), insieme a un faggio e a un ginkgo biloba: