Tiglio e quercia

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querciaetiglio_viacobattola_20150715_4Una quercia vicino a un tiglio? Filemone e Bauci! Il mito greco ripreso nelle Metamorfosi di Ovidio che più o meno racconta così.
Giove e il figlio Mercurio lasciano l’Olimpo e fanno un giro fra i mortali. Si travestono da viandanti e chiedono ospitalità casa per casa. Casa per casa l’ospitalità viene loro negata, tranne nell’umile casupola dove abitano due vecchi, appunto Filemone e Bauci. Possiedono poco o niente ma godono delle più preziose fra le ricchezze dell’anima: l’amore ricambiato e duraturo, la serenità, l’appagamento.
Preparato l’umile desco accade un fatto straordinario: il vino della brocca non finisce mai e a ogni bicchiere versato la bevanda torna al suo livello originario.
I due vecchi capiscono di essere di fronte a un fatto divino, si prodigano per migliorare la propria ospitalità, ma non serve; Giove e Mercurio hanno visto abbastanza, si manifestano e decidono di premiare i due anziani sposi. Li invitano a seguirli in cima alla montagna da dove assistono all’inondazione del villaggio, la punizione inflitta ai frigi per non aver prestato l’accoglienza dovuta ai forestieri.
Quando Giove chiede ai due sposi di esprimere un desiderio, entrambi chiedono di non dover vivere la sofferenza di veder morire il compagno. E tanto è concesso loro.
Alla fine dei loro giorni se ne andranno insieme. Filemone vedrà la sua Bauci tramutarsi in tiglio, Bauci vedrà il suo Filemone tramutarsi in quercia, le rughe dei loro volti trasformate nei tormenti della corteccia.

La coppia più imponente che finora ho scovato a Rodengo Saiano si può ammirare in via Cobattola, sopra il muro di cinta di una proprietà privata.

Ancora un metro e si toccheranno anche le fronde del tiglio e della quercia di via Brescia.

In via Fermi Filemone e Bauci si guardano da lontano.