Paulownia tomentosa | Alberi a Rodengo Saiano

Anche i botanici tengono famiglia e di tanto in tanto ci scappa un briciolo di ruffianeria. Quest’albero è chiamato anche albero della principessa (o dell’imperatrice), e il nome del genere viene infatti dalla granduchessa Anna Paulownia, sorella di zar e sposa del principe di Orange.
E’ una delle moltissime specie importate dalla Cina che hanno riscosso un notevole successo in Europa e in America grazie ai suoi numerosi pregi.
E’ un albero elegante dalle grandi foglie cuoriformi e dalla bella fioritura, cresce molto rapidamente, resiste all’inquinamento e anzi grazie alla sua peluria (si chiama tomentosa per questo) trattiene le polveri inquinanti, il suo legno è adatto per i lavori di falegnameria, le sue radici sopravvivono al fuoco e ributtano prontamente nuovi polloni dopo gli incendi.
Proprio quest’ultima caratteristica l’ha forse reso protagonista della leggenda giapponese che vuole che la mitica fenice si posi soltanto sui suoi rami, ma lo farà soltanto quando ci sarà un governo giusto. Molte famiglie nel 1500 usarono le foglie di quest’albero per i propri stemmi, il che avrebbe messo la povera fenice nell’imbarazzo di dover scegliere la paulownia sulla quale riposare.

Al di la delle numerose qualità, la fortuna della paulownia in occidente è dovuta anche a un fatto singolare. I suoi semi (un albero adulto ne produce fino a 20 milioni in una stagione), prima dell’avvento del polistirolo, venivano usati come materiale da imballaggio per le porcellane giapponesi. Arrivavano quindi in grandi quantità nei porti e diffusi con i treni verso tutte le grandi città. Una volta aperte le casse i semi da qualche parte dovevano finire e così alle piantumazioni dei giardini si sono aggiunti molti insediamenti spontanei, spesso lungo le linee ferroviarie.

A Rodengo Saiano un bell’esemplare è ai piedi della collina all’ingresso di via Santo Stefano del parco del frantoio, circondato da viti e frassini.