Acero saccarino

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La linfa grezza delle piante contiene acqua e sali minerali, e non se la fila nessuno.
La fotosintesi la trasforma nella linfa elaborata. Hmmm. Dolce e nutriente.

C’è un animaletto che per vivere si nutre di questa linfa. L’afide. Lo odiamo a tal punto da chiamarlo pidocchio e gli spruzziamo sopra di tutto.

C’è un altro animale che buca il tronco degli alberi, raccoglie la linfa e ne ricava uno sciroppo che versa sui pancake. È il nordamericano, il modello dell’uomo padrone della natura. Che in cambio ha disegnato una foglia d’acero sulla propria bandiera. Scusate se è poco.

L’albero più usato per la produzione dello sciroppo d’acero è Acer saccharum. A Rodengo Saiano è molto usato nelle alberature urbane un albero dal nome quasi identico: Acer saccharinum. Stessa zona di provenienza, America nord orientale, ma la concentrazione di zuccheri nella linfa è circa la metà rispetto ad A. saccharum. Fra gli aceri si riconosce facilmente  per il colore argentato della pagina inferiore. In paese sono presenti diverse varietà, spesso dalle foglie profondamente incise (Acer saccharinum ‘laciniatum wieri)’.

È stato importato in Europa per la bellezza della sua chioma e per la velocità di crescita. Due qualità che però alla lunga creano un corto circuito. L’albero cresce così velocemente che presto diventa troppo ingombrante. Allora viene potato (spesso malamente) e invece di una bella chioma ci ritroviamo con un moncone spelacchiato. Scusate se è poco.


In via Brescia, di fronte l’Abbazia e intorno al parcheggio:

Nel brolo di via Castello:

Nel parco di viale Europa:

All’oratorio di Padergnone:

Nei parchi di via Colombaia:

In via Moie:

In via Delma:

Nel paro di via Paolo VI:

In via Industriale:

Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Sapindales
Famiglia: Aceraceae
Genere: Acer
Specie: Acer saccharinum