Sambuco

Share Button

sambuco_ciclodromo_20160430_3

Povero sambuco. Lo vedo e mi vengono in mente i baobab del Piccolo principe. Ogni giorno il bambino dello spazio passa in rassegna il suo piccolo pianeta per sradicare i germogli di baobab. Perché il suo è un pianeta piccolo, e i baobab sono alberi molto grandi; se li lasciasse crescere, sarebbero guai.
Che c’entrapiccoloprincipe1piccoloprincipe con il sambuco? Dalle nostre parti vive e opera un signore le cui azioni sono circondate da un’aura di poesia, come quelle del Piccolo principe. Ama gli alberi in un modo che non so descrivere. Cerca in tutti i modi di trasmettere questa sua passione. Lo fa seminando bellezza dove può, con la vanga e con le parole, trasmettendo emozioni e conoscenza. Perché chi non riesce ad amare gli alberi, almeno capisca che rispettarli conviene a tutti.
Modella giardini tematici che sappiano raccontare storie, scegliendo quali alberi piantare e quali piante estirpare. Perché quando la tua idea di giardino non è “cresca tutto come gli pare”, lotti continuamente per far crescere le essenze che vorresti vedere rigogliose e che invece stentano nel terreno che gli hai destinato, e lotti per contenere quelle che su quel terreno crescerebbero spontaneamente così rigogliose da impedire alle tue predilette di prosperare. Se volete questa scelta ha un che di ingiusto, ma il giardinaggio è questo. E anche la vita. Poi ci si fa l’abitudine e l’ingiustizia delle nostre scelte non la vediamo più.
Ogni luogo ha le sue piante esuberanti (non voglio chiamarle infestanti). Il rovo, la robinia, l’ailanto sono le più comuni. Nella mia mente l’associazione fra il sambuco e il baobab del Piccolo principe è nata quando ho visto quel signore, amante degli alberi come pochi, accanirsi contro i sambuchi che in uno dei fazzoletti di terra che cercava di domare verso una bellezza ordinata non ne volevano sapere di farsi da parte.
Un giorno gli farò una proposta: valorizzare un qualche angolo di mondo abbandonato a sé stesso creando una macchia di sambuchi. Così, come gesto simbolicamente riparatorio.


I sambuchi all’ingresso di via Santo Stefano e tutto intorno al parco del Frantoio:

Ad angolo fra via Ponte Cingoli e via Caduti del lavoro:

Ai piedi della collina, al confine con il centro abitato di via Ponte Cingoli:

In via Corneto, fra noccioli, ontani, olmi:

Lungo il filare che taglia il ciclodromo di via Colombaia, fra platani e salici:

Davanti alla cascina Benedetta:

In via Castegnato:

Dal ponte di legno, sulla ciclabile verso Gussago:

Davanti alla chiusa di via Brescia, in compagnia di robinie, gelsi, olmi, tigli, appena fuori l’Abbazia:

Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Dipsacales
Famiglia: Caprifoliaceae
Genere: Sambucus
Specie: Sambucus nigra